Giovedì 31 maggio, ore 17
La curatrice Claudia Cavatorta dialoga con Giuseppe Morandi e la Lega di Cultura di Piadena
Il racconto di Giuseppe Morandi e di alcuni altri fondatori storici a confronto con la voce della nuova generazione di protagonisti della Lega di Cultura di Piadena.
Giuseppe Morandi è tra i fondatori, nel 1967, della Lega di Cultura di Piadena. Dal 1957 la sua indagine sulla civiltà contadina è un caso esemplare e probabilmente unico di analisi su quella condizione svolto dall’ interno. Morandi è infatti di famiglia operaia e contadina, e non ha mai posseduto una macchina fotografica. I suoi lavori fotografici, cinematografici e letterari affiancano la ricerca, la promozione culturale e infine l’intervento politico diretto sulle condizioni dei vecchi e nuovi abitanti di Piadena e dintorni, da quella dei contadini del dopoguerra a quella degli immigrati di oggi.
Giovedì 14 giugno, ore 17
La curatrice Cristina Casero dialoga con Paola Mattioli
Paola Mattioli è una delle due autrici dell’interessante lavoro Le immagini del no, progetto realizzato nel 1974 con Anna Candiani durante la campagna per il referendum abrogativo della legge sul divorzio. Le immagini restituiscono il vivace clima civile che ha caratterizzato quel periodo, con particolare attenzione al ruolo delle donne in questo contesto.
Paola Mattioli, milanese, studia filosofia e si laurea con una tesi sul linguaggio fotografico. Il ritratto, l’interrogazione sul vedere, il linguaggio, la differenza femminile, le grandi e piccole storie sono i temi che affronta con uno sguardo lontano dal classico reportage, con una “sottile distanza” che mette in gioco con leggerezza e rigore. In ogni sua ricerca emerge la costante riflessione intorno al linguaggio fotografico e ai fenomeni della visione, la domanda sul senso del vedere e del fotografare: un tenace filo rosso che lega tutti i suoi lavori.
Giovedì 13 settembre, ore 17
Il curatore Paolo Barbaro dialoga con Giordano Bonora
Nel 1980 all’Arci Gay viene assegnata una nuova sede nel centro storico di Bologna. Giordano Bonora decide di raccontare per immagini la quotidianità di queste persone, di questa comunità.
Nella storia del bolognese Giordano Bonora, la fotografia di réportage sociale investe piccole comunità, realtà locali narrate con partecipazione ma anche con una particolare attenzione alle retoriche della comunicazione visiva. Questo lo porterà, grazie anche all’incoragiamento di Nino Migliori nei primi anni Ottanta, alla pratica sperimentale sui materiali. Ma le prime indagini, rimaste praticamente inedite – nella mostra Figure controtroviamo la prima esposizione di quelle foto – rivelano sensibilità estetiche e civili di una straight photography aggiornata e consapevole.